Madrid: Museo de la Reina Sofia



Aidez L'Espagne, Joan Mirò


Sala 205.4

Il manifesto "Aidez l'Espagne" di Joan Miró è un'opera significativa sia dal punto di vista artistico che storico. Realizzato nel 1937 durante la Guerra civile spagnola, rappresenta la richiesta di aiuto del governo repubblicano spagnolo, che chiedeva sostegno contro il regime fascista di Francisco Franco. Inizialmente l’opera sarebbe dovuta essere utilizzata come un francobollo da un franco, mai però emesso.

La composizione del manifesto, realizzato tramite uno stencyl su carta, è caratterizzata da un forte simbolismo e da un'estetica distintiva tipica dello stile di Miró. Al centro dell'immagine, troviamo un volto stilizzato che rappresenta il popolo spagnolo. Questo volto è semplice ma espressivo, con un grande occhio che guarda direttamente lo spettatore e una lacrima che scorre lungo la guancia. Questi tratti evocano il dolore e la sofferenza del popolo spagnolo durante il conflitto, oltre alla determinazione e alla speranza per un futuro migliore.

Attorno al volto, vi sono delle linee ondulate e colorate che rappresentano il flusso di energia e solidarietà proveniente dalla comunità internazionale. Queste linee possono essere interpretate come un sostegno morale e materiale offerto al popolo spagnolo da parte di individui e nazioni solidali.

I colori utilizzati da Miró sono vivaci e accattivanti, contribuendo a catturare l'attenzione dello spettatore e a trasmettere un senso di ottimismo e speranza nonostante le circostanze difficili. Inoltre i colori prevalenti, ovvero il giallo e il rosso, rappresentano la bandiera spagnola e quella catalana.

Il manifesto è stato utilizzato come strumento di sensibilizzazione e propaganda dall’artista , sostenitore della causa repubblicana, creando questa opera per promuovere l’aiuto internazionale al governo democratico spagnolo contro il regime fascista di Francisco Franco, tanto che il manifesto viene completato dalla frase “In questa battaglia attuale vedo dalla parte fascista solo le forze obsolete, e, dall’altra, le persone le cui immense risorse creative daranno alla Spagna un potere che stupirà il mondo intero ”

Nel complesso, questa rimane un'opera iconica nell'arte politica, testimoniando un momento cruciale della storia europea, riflettendo l'impegno dell'artista nei confronti della giustizia sociale e della solidarietà umana.


Cartes et dés, Georges Braque


Sala 204.01

L'opera "Cartes et des" (tradotto in italiano come "Carte e Dadi") è un dipinto realizzato da Georges Braque nel 1910. Braque è stato uno dei pionieri del movimento artistico del Cubismo insieme a Pablo Picasso, e questa opera rappresenta uno dei suoi contributi significativi a questo stile rivoluzionario.

In "Cartes et des", Braque sfrutta la tecnica cubista per frammentare e scomporre gli oggetti rappresentati, in questo caso carte da gioco e dadi, in forme geometriche essenziali. Le linee sono taglienti e angolari, e i colori sono spesso ridotti a tonalità mute o terrose. Braque riesce a dare una nuova prospettiva agli oggetti familiari, sfidando le convenzioni artistiche tradizionali e offrendo una visione più complessa e multi-dimensionale della realtà.

Quest'opera di Braque dimostra il suo interesse per la rappresentazione della realtà attraverso una visione più soggettiva e intellettuale. La sua abilità nel creare un'armonia visiva attraverso la combinazione di forme geometriche e la distorsione della prospettiva evidenzia il suo genio artistico e la sua capacità di spingere i limiti dell'espressione artistica. "Cartes et des" è quindi un'opera significativa che riflette l'innovazione e la sperimentazione che hanno caratterizzato il movimento cubista nel contesto dell'arte moderna del XX secolo.


Les oiseaux morts, Pablo Picasso


Sala 204.01

"L'oiseaux morts" è un dipinto realizzato da Pablo Picasso nel 1907. Quest'opera fa parte del periodo cubista dell'artista, un movimento rivoluzionario che ridefinì la percezione dell'arte nel XX secolo. Nel dipinto, Picasso rappresenta una scena piuttosto oscura e simbolica: un paio di uccelli morti giacciono su una superficie piatta, con corpi stilizzati e frammentati in forme geometriche. L'uso audace del colore e della forma in questo dipinto contribuisce a trasmettere una sensazione di disperazione e angoscia.

Quest'opera può essere interpretata in vari modi, ma alcuni critici hanno suggerito che Picasso stesse affrontando temi come la morte, la fragilità della vita e la disintegrazione. Il fatto che i soggetti siano degli uccelli, tradizionalmente simboli di libertà e vitalità, aggiunge un ulteriore strato di significato alla composizione, suggerendo forse un commento sulla natura effimera della bellezza e della vita stessa.

In definitiva, "L'oiseaux morts" è un esempio eloquente del talento di Picasso nel trasformare oggetti ordinari in opere d'arte che sollevano domande profonde sulla condizione umana e sulla natura dell'esistenza.


Guernica, Pablo Picasso


Sala 205.10

Il Guernica è un celebre dipinto realizzato dal celeberrimo artista spagnolo Pablo Picasso nel 1937. Quest'opera d'arte rappresenta una delle più potenti testimonianze visive degli orrori della guerra e delle conseguenze devastanti che essa può avere sulla società umana. Il dipinto è realizzato su una grande tela e misura 349 cm x 776 cm. È dipinto principalmente in bianco e nero, con alcune sfumature di grigio, che contribuiscono a creare un'atmosfera cupa e drammatica. Il Guernica raffigura una scena caotica e frammentata, con figure umane e animali disarticolati e distorti.

Le immagini presenti nel dipinto sono altamente simboliche e richiamano la sofferenza, la morte e la distruzione causate dalla guerra. Alcuni elementi chiave includono un toro, un cavallo, una donna che tiene in braccio un bambino morto e una figura disperata che urla. Queste figure sono rappresentate in modo astratto e stilizzato, ma trasmettono un senso di angoscia e disperazione. Infatti il toro rimanda alla follia della guerra, il cavallo simboleggia la Spagna morente ed è presente anche una lampadina posta in alto ad osservare il disastro in corso, queste figure sono disposte orizzontalmente e la loro parziale sovrapposizione conferisce alla Guernica senso di profondità e compattezza richiamando la struttura più familiare di un trittico il cui gruppo centrale presenta le figure raccolte in un’ideale piramide visiva.

Il Guernica è stato creato in risposta all'attacco aereo tedesco sulla città basca di Guernica durante la guerra civile spagnola. Picasso ha voluto denunciare la brutalità della guerra e l'ingiustizia delle vittime innocenti. Il dipinto è diventato un simbolo universale della lotta per la pace e della protesta contro la violenza.

In conclusione, il Guernica è un'opera d'arte straordinaria che rappresenta in modo potente e commovente gli orrori della guerra. La sua dimensione emotiva e il suo impatto visivo lo rendono un capolavoro senza tempo e un importante commento sulla condizione umana.


Poster, riviste e periodici della Guerra Civile Spagnola


Sala 205.05

Durante la Guerra Civile Spagnola (1936-39) poster, giornali e riviste diventano il più importante mezzo di propaganda ideologica ed insieme il mezzo di sperimentazione espressiva per numerosi artisti, fotografi, scrittori e designer impegnati nella causa repubblicana. Il governo spagnolo, insieme alle organizzazioni politiche, sindacali e sociali del paese, per contrastare la sollevazione franchista dà il via ad un'intensa propaganda attraverso la cartellonistica pubblicitaria. I poster prendono il sopravvento rispetto ad altri mezzi di comunicazione di massa, essendo facili da stampare in numero elevato. Il numero delle affissioni cresce in maniera esponenziale nella zona Repubblicana e cambia radicalmente il volto dell’ambiente urbano, facendo diventare strade e piazze teatro di una vera e propria guerra di ideali. Il manifesto in Spagna viene così definito “Un grido affisso al muro”: si tratta di opere dal grande impatto grafico e ideale, capaci di catturare l'attenzione e trasmettere messaggi in modo semplice e fortemente emotivo. Gli artisti spagnoli seguono i canoni estetici e tematici sviluppati dalla cartellonistica durante la Prima Guerra Mondiale, potenziando l'efficacia del messaggio ed ampliando il numero e il genere delle tematiche trattate. La maggior parte degli autori di manifesti repubblicani proviene dal settore pubblicitario e da sindacati e associazioni professionali del tutto estranee alle vicende politiche del paese. Tra questi si citano, per l'originalità del loro lavoro, Arturo Ballester, José Bardasano e José Renau. Ad oggi, questi manifesti offrono due chiavi di lettura: da una parte testimoniano l'aspetto politico della guerra che divise la Spagna; dall'altra sono la testimonianza delle inquietudini artistiche di un'intera epoca. Anche il linguaggio di riviste e giornali del periodo di guerra ha una evoluzione simile: prendendo ispirazione dalla nuova tendenza espressiva che vede nell’arte un mezzo per rivolgersi alle masse trasmettendo messaggi in maniera immediata, si cerca di affascinare il lettore tramite immagini e fotografie evocative, titoli che saltano subito all’occhio e design all’avanguardia.


ANGELUS ARQUITECTONICO - SALVADOR DALi'


Sala 206.02

Verso la fine degli anni ’20, prendendo spunto dalle teorie dello psicanalista francese e Jacques Lacan, Salvador Dalì arrivò alla scoperta del metodo paranoico critico: questo metodo permette all’artista di trasmettere all’osservatore i conflitti psicologici più intimi coinvolgendolo empiricamente. Esso si manifesta nell’arte mediante l’utilizzo di illusioni ottiche e altri immagini multiple. Rientrano nel repertorio paranoico critico una serie di soggetti che da sceglie di riprodurre casualmente definiti come los caprichos, i capricci. Uno di questi era l’Angelus di un dipinto che semplificava la moralità cristiana del XIX secolo che da lì ammirava enormemente. Durante il processo di reinterpretazione del soggetto Dali gli dà connotazioni erotiche a vari livelli di esplicitezza, come fece con la maggior parte della sua produzione.

La tela è dominata da un paesaggio desertico e desolato caratterizzata da una luce dorata che avvolge l’intera scena. Al centro del dipinto si trova una struttura architettonica complessa e surreale che sembra essere una sorta di torre o tempio. Questa struttura è caratterizzata da forme geometriche insolite irregolari con archi,colonne e scalinate che si sovrappongono in modo disorientante. Intorno alla struttura architettonica si trovano diverse figure umane e animali tutte deformate e distorte in modo surreale. Alcune di queste figure sembrano fluttuare nell’aria mentre altre sono disposte in pose strane e contorte. Come molte in opere di Dalì l’angelo architettonico è ricco di simbolismo La struttura architettonica infatti potrebbe rappresentare la mente umana o l’inconscio; d’altra parte, le figure distorte potrebbero simboleggiare le ansie, i desideri repressi o gli incubi dell’uomo. La luce dorata che avvolge l’intera scena inoltre i conferisce all’opera un’atmosfera mistica e surreale. Questa luce potrebbe simboleggiare la ricerca della verità o dell’illuminazione spirituale Dalì utilizza una tecnica pittorica precisa e dettagliata per creare l’opera, evidenziando ogni singolo elemento architettonico e figurativo con grande precisione. Tuttavia, nonostante la precisione tecnica, l’opera mantiene un’atmosfera onirica e surreale. In conclusione l’angelo architettonico di Salvador Dalì è un’opera straordinaria: essa sfida alle convenzioni artistiche tradizionali e invita lo spettatore a esplorare i recessi dell’inconscio umano attraverso il linguaggio visivo, ricco di simbolismo e surrealismo


ENDLESS ENIGMA – SALVADOR DALÌ


Sala 205.13

Il dipinto è un'esplosione di colori e forme astratte, caratterizzato da un'atmosfera onirica e surreale tipica dello stile dell'artista catalano. Nel dipinto, sono presenti diversi elementi iconici che sono ricorrenti nella produzione di Dalì. Al centro dell'opera, si trova una figura umana distorta e allungata, con il volto quasi irriconoscibile, che potrebbe essere interpretata come una sorta di autoritratto dell'artista. Questa figura sembra fondersi con l'ambiente circostante, creando un senso di fusione tra il soggetto e lo sfondo. Intorno alla figura centrale, si susseguono una serie di forme organiche e geometriche che si intrecciano in un intricato labirinto di linee e colori. Questi elementi sono spesso interpretati come simboli della psiche umana e dei suoi processi mentali, riflettendo l'interesse di Dalì per la psicoanalisi e le teorie freudiane. Il paesaggio dipinto è altrettanto surreale, con elementi naturali come rocce e montagne che si fondono con strutture architettoniche e oggetti simbolici. Questa mescolanza di elementi naturali e artificiali suggerisce un'ambiguità tra realtà e fantasia, una tematica ricorrente nell'opera di Dalì. L'uso distintivo del colore è un'altra caratteristica importante di "Endless Enigma". Dalì utilizza una palette vivida e contrastante, con tonalità accese che creano un senso di dinamismo e vitalità nell'opera. Questo contribuisce a accentuare l'effetto surreale del dipinto e a catturare l'attenzione dello spettatore. Complessivamente, "Endless Enigma" è un'opera complessa e ricca di significati simbolici, che invita lo spettatore a esplorare i confini della coscienza e dell'immaginazione umana attraverso un viaggio nel mondo surreale di Salvador Dalì.


LES RAISINS, Juan Gris


Sala 204.02

"Les Raisins" è un dipinto del celebre artista spagnolo Juan Gris, un importante esponente del movimento cubista. Realizzato nel 1913, l'opera si distingue per la sua rappresentazione geometrica e astratta di un semplice soggetto: un grappolo di uva. Nel dipinto, Gris adotta la tecnica cubista, caratterizzata dalla scomposizione geometrica. I grappoli d'uva sono disposti in un modo che suggerisce un'analisi dettagliata dell'oggetto da diverse angolazioni, come se l'artista stesse esplorando la tridimensionalità dell'uva stessa. Gris utilizza una tavolozza di colori sobri e toni terrosi, tipica del cubismo analitico, che enfatizza la struttura geometrica dell'oggetto e crea un senso di profondità. I contorni delle forme sono definiti da linee nette e precisi, mentre le tonalità di colore sono distribuite in modo uniforme, contribuendo a creare un'atmosfera di armonia e equilibrio visivo. Nel complesso, "Les Raisins" di Juan Gris riflette la sua abilità nel trasformare oggetti comuni in composizioni intriganti attraverso l'uso innovativo della forma e del colore. L'opera rappresenta un'interessante interpretazione cubista di un soggetto tradizionale, invitando lo spettatore a riflettere sulla natura dell'arte e della percezione visiva.


NATURA MORTA, Salvator Dalì


Sala 204.02

La Natura Morta di Salvator Dalì presenta un’esplosione surreale di oggetti apparentemente casuali, ma il senso di casualità viene messo da parte dalla combinazione di essi che sfidano le più grandi leggi dell’anatomia e della fisica. L’opera trasuda surrealismo in ogni dettaglio: gli oggetti si sovrappongono e si mescolano in uno spazio irrazionale, creando un senso di disorientamento, accompagnato da meraviglia e stupore. Le forme organiche e inanimate si fondono insieme in una sorta di “balletto” surreale che sfidano la percezione di realtà. Ogni elemento è carico di significato simbolico, invitando lo spettatore a esplorare il mondo interiore, l’inconscio e la psiche umana. Lo spettatore viene catapultato in una realtà interiore e viene invitato ad osservare le contraddizioni e le incertezze della condizione umana. Le forme sfuse e poco determinate rappresentano l’instabilità della realtà. Elementi quotidiani della vita rappresentano la fugacità della vita e il desiderio di nutrimento sia fisico che spirituale. Il quadro viene realizzato da Salavator Dalì il quale era fortemente influenzato dallo scrittore Lorca del quale troviamo numerosi riferimenti come la luna nella parte superiore del quadro. La luna ricoprirà un ruolo importantissimo nell’opera di Lorca “inno a Salvator Dalì”. “La Notte, nera statua della prudenza, tiene in mano lo specchio rotondo della luna”

Il busto lasciato sopra il tavolo ricorda il corpo del poeta (Lorca) stesso. Dalì è stato fortemente influenzato da Picasso infatti piuttosto che rappresentare oggetti secchi, ha preferito elevare e sottolineare la loro morbidezza e viscosità.


Chute de Barcelone, Le Corbusier


Sala 205.04

La Chute de Barcelone di Le Corbusier è un'opera murale che è stata creata appositamente per l'Esposizione Internazionale di Parigi del 1937. Realizzata su un pannello di compensato, l'opera era destinata a essere parte del padiglione spagnolo dell'esposizione. Questo dipinto murale rappresenta uno dei pochi esempi di lavoro pittorico di Le Corbusier, meglio conosciuto come uno dei più influenti architetti del XX secolo. La composizione dell'opera è caratterizzata da una serie di forme geometriche audaci e colori vibranti, che riflettono lo stile distintivo di Le Corbusier. La scena rappresentata sembra una rappresentazione astratta della città di Barcellona, con edifici e strutture che si fondono e si sovrappongono in un'immagine caotica e dinamica. L'uso del colore e della forma è intenzionalmente audace e innovativo, mostrando l'influenza dell'arte modernista sull'opera di Le Corbusier. Dal punto di vista concettuale, La Chute de Barcelone è stata interpretata come una riflessione sulla città moderna e sul suo costante stato di trasformazione e cambiamento. Le Corbusier era noto per la sua visione utopica dell'architettura e della società, e questa opera potrebbe essere interpretata come una rappresentazione delle tensioni e delle sfide che accompagnano il processo di modernizzazione urbana. Inoltre, l'opera potrebbe avere un significato politico, considerando il contesto dell'Esposizione Internazionale di Parigi del 1937. Le Corbusier era coinvolto nel movimento moderno e aveva forti opinioni politiche e sociali. La scelta di rappresentare Barcellona in uno stato di caduta potrebbe essere stata interpretata come una critica alla situazione politica dell'epoca o come un'espressione di solidarietà nei confronti del popolo spagnolo durante la Guerra civile. Complessivamente, La Chute de Barcelone di Le Corbusier rappresenta un esempio unico del suo lavoro pittorico e offre uno sguardo affascinante sulla sua visione dell'architettura, della società e della politica.


Madrid 1937 (Avoines negros), Horacio Ferrer


Sala 205.09

Il dipinto è stato realizzato da Horacio Ferrer, un artista spagnolo politicamente attivo, che con questo quadro ha voluto rappresentare gli aspetti più tragici della Guerra Civile Spagnola (1937-1939).

La guerra coinvolse principalmente i civili che furono devastati da esecuzioni e rappresaglie, e dai bombardamenti aerei dei fascisti e delle forze nazionaliste; infatti il titolo Avoines negros potrebbe far riferimento alle bombe di colore nero o alla presenza delle truppe fasciste. Ferrer voleva rappresentare l’orrore e la devastazione che la guerra aveva portato, cercando di enfatizzare la drammatica situazione spagnola. Al centro dell’opera ci sono delle donne che fuggono dai bombardamenti stringendo tra le braccia i propri figli, mentre attorno a loro si vedono strade squarciate ed edifici che sono ormai diventati macerie. Le due donne a sinistra hanno un volto devastato dal dolore e cercano di portare in salvo i propri figli, probabilmente il più piccolo è già morto considerando la disperazione della madre che lo stringe al petto. Al centro dell’attenzione viene posta invece una donna che tiene con una mano un bambino mentre, guardando in cielo, agita l’altra chiusa in un pugno contro gli aerei che stanno passando o più probabilmente contro Dio stesso, che sembra non reagire di fronte a tutto quell’orrore. Il seno scoperto della donna trasmette vulnerabilità, fragilità e rappresenta tutti quegli innocenti che non si sono potuti difendere difronte all’orrore della guerra. In penombra, una donna più anziana guarda le altre e sembra pregare per loro e per i loro figli e rassegnata ormai al suo destino, pare andare incontro alla morte. Il dipinto emula la Guernica di Picasso, infatti entrambi si rifanno allo stesso tema; mentre Picasso la rappresenta con simboli e immagini, Ferrer preferisce una pittura più realista che consente allo spettatore di avvicinarsi alla vicenda e alle sue vittime. Utilizza colori monocromatici sfruttando principalmente i toni scuri della tavolozza. Emergono in particolar modo il rosso della donna primo piano, il blu della maglietta del bambino e il bianco della coperta del bambino morto.